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DIVENTA SPETTATORE 

Rete degli Spettatori è un’associazione nata nel 2011 che si pone l’obiettivo di valorizzare i film
italiani attraverso l’educazione alla cinematografia fra gli studenti.
Il progetto #diventaspettatore è una rassegna di cinema italiano che coinvolge undici scuole
secondarie di II grado, realizzata grazie al contributo di Miur – Ministero dell’Istruzione,
dell’Università e della Ricerca e MiBAC – Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
La nostra esperienza #diventaspettatore si è articolata in tre appuntamenti cinematografici e in
una fase di attività pratica:
• un incontro propedeutico e di accompagnamento alla visione dei film con Oscar Iarussi, critico
cinematografico, che ci ha permesso di approfondire i temi del progetto;
• due proiezioni presso il cinema Galleria di Bari, la prima dedicata a “Reality” di Matteo Garrone,
la seconda a “Bellissima” di Luchino Visconti;
• realizzazione di contenuti originali a cura degli studenti, supervisionati dalle docenti referenti. I
contenuti, fra cui questo sito, partecipano al concorso #Diventaspettatore.

a cura di Giorgia Loschiavo

INTERVISTA DOPPIA 

I lungometraggi “Bellissima” e “Reality” sono stati realizzati in due periodi storici totalmente differenti: gli anni ‘50 del dopoguerra e i moderni anni ‘10 del progresso tecnologico.

Così diverse ma così simili, queste generazioni, separate da ciò che hanno vissuto, sono unite da
un unico grande problema: cos’è realtà? E cos’è finzione?
In questo video si mostreranno due punti di vista al riguardo, due generazioni a confronto su un
unico quesito, che nasce dall’accostamento dei due film.

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video e testo a cura di Ilaria Attolico, Francesca Castiglia, Monica Petruzzelli, Sara Petruzzelli

NEOREALISMO 

Più volte la critica, per descrivere il genere e le caratteristiche del film Reality di Matteo
Garrone, ha fatto riferimento oltre che alla commedia all’italiana al Neorealismo, quel
movimento al quale appartiene peraltro Bellissima di Luchino Visconti.
Dopo la fine della guerra gli schermi italiani sono sommersi dai film del cinema di
Hollywood, western, commedie, musical, film di gangster, melodrammi e pellicole che
documentano l'eroismo dei soldati americani. Il pubblico accorre in massa e accoglie con
entusiasmo i miti proposti dalla cultura statunitense. Le pellicole americane sono così
numerose da far dimenticare l’esistenza di una produzione italiana. Tuttavia, in risposta al
sogno americano, i registi italiani riscoprono la ‘realtà’ e scelgono di reinterpretarla
attraverso i film del Neorealismo.  Dopo il cinema sovietico, l’espressionismo tedesco e il
realismo francese, tutto il mondo ora considera l’Italia come un modello cinematografico
da imitare.
Se è vero che qualcuno può non aver mai visto un film neorealista, è certamente vero che
conosce le icone di questo periodo: il regista romano Roberto Rossellini, autore di celebri
film drammatici, come Paisà e Germania anno zero e lo sceneggiatore romano Cesare
Zavattini, che in coppia con Vittorio De Sica, riscopre la realtà del cinema italiano in Ladri
di biciclette, Sciuscià, Miracolo a Milano e Umberto D.
Scelta di attori non professionisti, macchina da presa che gira per le vie della città, vena
poetica che permea i drammi dell’Italia post bellica sono le caratteristiche principali del
genere neorealista. Una visione globale del periodo è data da una pellicola che propone
una singolare sintesi tra i temi classici del neorealismo (guerra e dolore) e i modi narrativi
dei fotoromanzi popolari: Riso amaro, pellicola del '49 magistralmente diretta da Giuseppe
De Santis. Uno dei registi più in voga del momento è Luchino Visconti che, ancora in
pieno periodo di guerra, nel 1943, realizza Ossessione, ispirato a un romanzo noir; e
successivamente La terra trema, tratto I Malavoglia di Verga, e Bellissima, che ha come
protagonista l’attrice romana Anna Magnani, una delle tante immagini-simbolo del cinema
neorealista.
Sebbene non siano stati apprezzati da tutti, i film del neorealismo hanno avuto sempre un
pubblico selezionato, di appassionati; il cinema italiano, infatti, è noto e ricordato proprio
per le produzioni cinematografiche di questo periodo.

MOODBOARD

Un moodboard (dall’inglese mood “umore” e board “tavola”), e un collage che raccoglie suggestioni per restituire l’atmosfera e lo stile di un prodotto. In questo caso è stato ottenuto un elaborato filmico animato, attraverso immagini proprie dei due lungometraggi analizzati: “Reality”(2012) e “Bellissima”(1952).

 

Il pannello inizialmente bianco è stato diviso a metà per sottolineare fin da subito le analogie -e allo stesso tempo differenze- tra i due film. Successivamente è stato colorato di rosso per ricreare l’atmosfera del famoso “confessionale” tipico del Grande Fratello, e di nero per richiamare le antiche pellicole monocromatiche. A provocare un contrasto visivo sono le due copertine centrali da cui si svilupperà l’intera composizione fotografica delle scene appartenenti ai rispettivi film.

Successivamente, focalizzandoci su “Reality”, attraverso la tecnica dello Stop Motion è stato inserito un ulteriore video. Questo film si ispira al passato di “Bellissima” e ne trasporta alcuni elementi nel presente, motivo per cui le immagini cambiano da colorate a bianche e nere. Tuttavia si nota il distacco tra i due perché negli ultimi fotogrammi appare soltanto il “fallimento” che subentra nel momento in cui pur di non affrontare la dura realtà ci si impunta sulla finzione e su ciò che resta solo un sogno.

Lo sfondo del cartellone, inizialmente bianco simboleggia un sentiero sul quale si muoveranno gli elementi, diviso tra realtà e finzione, rapporto espresso dalla sfumatura tra i colori della realtà e il grigio della finzione. La protagonista, nonché prima a entrare in scena, è la carrozza. Al suo interno sono infatti presenti alcuni aspetti fondamentali del film: i personaggi principali, tra cui Michele, associato all’origami del grillo, Enzo e Luciano, l’occhio simbolo del Grande Fratello e il fallimento, sentimento che riassume l’intera storia del film e di conseguenza del video.

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video e testo a cura di Eleonora Colaianni, Martina Micunco, Simona Scavo, Giada Spinelli

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