MATTEO
GARRONE
Matteo Garrone nasce nel 1968, a Roma.
È figlio d’arte: il padre è un critico teatrale, la madre una fotografa. Durante l’adolescenza pratica il tennis - sembra quasi sia destinato ad un futuro da sportivo. Il destino vuole, però, che a causa di un infortunio sia costretto a mettere da parte la racchetta. Si diploma al Liceo Artistico nel 1986 e, per alcuni anni, lavora come aiuto operatore. Si dedicò, poi, alla pittura.
Col tempo capisce di appartenere al mondo delle arti figurative, e si dedica anche a prodotti filmici; nel 1996 - aveva appena ventotto anni - dirige il corto Silhouette, vince il Festival Sacher.
Ma si trattava solo dell’inizio di una lunga carriera di successi.
FILMOGRAFIA
Matteo Garrone, classe 1968, muove i suoi primi passi nel mondo dell’arte in giovane età quando, grazie
agli studi intrapresi, si avvicina alla pittura che all’età di 26 anni abbandonerà per dedicarsi a quella che oggi
è la sua passione e professione: il cinema. Tra le sue prime piccole produzioni troviamo il cortometraggio
Silhouette realizzato verso la fine degli anni novanta e che nel 1996 vincerà il Sacher d’oro, mentre l’anno
successivo diventerà uno dei tre episodi del suo primo lungometraggio intitolato Terra di mezzo. Nel 1998
inizia la produzione di molteplici film tra i quali ricordiamo il documentario Oreste Pipolo, fotografo di
matrimoni, il lungometraggio Ospiti premiato alla mostra d’arte cinematografica di Venezia che analizza il
tema dell’emigrazione sottolineando ancora una volta l’interesse di Garrone al realismo. Quello di Garrone
si potrebbe definire un cinema aperto all’improvvisazione che si avvale di riprese in ambienti reali, attori
non professionisti e del sonoro in presa diretta. Nei lavori di Garrone è evidente un allontanamento dalla
realtà con il fine di realizzare un lavoro quasi fiabesco ma allo stesso tempo rappresentativo della realtà.
Garrone prosegue quindi in una direzione ben precisa che lo porterà alla realizzazione di altri film tra cui:
Estate romana in cui emerge un’accurata attenzione da parte del regista nel dare spazio ad una tradizione
quale quella dei teatri underground degli anni settanta, L’imbalsamatore in cui la passione per la pittura, che lo
accompagna in tutti i suoi lavori, si lega agli elementi del noir regalando al pubblico una storia in bilico fra
realismo e astrazione pittorica. Ancora, nel 2004 realizza Primo amore in cui racconta la drammatica storia,
tratta dalla cronaca, di un ragazzo ossessionato della magrezza femminile e dal desiderio di possedere la
persona che ama. Tra i tanti film è opportuno ricordare il lavoro che probabilmente ha riscosso più successo
soprattutto da parte del pubblico: Gomorra tratto dal libro di Roberto Saviano. Il film riscuote un così
grande successo da ricevere premi di notevole importanza: Grand Prix al Festival di Cannes, oltre ai
riconoscimenti di miglior film, regia, sceneggiatura, fotografia, interpretazione maschile agli European Film
Awards e una nomination al Golden Globe.
La produzione di Garrone continua con la realizzazione di Reality nel 2012, un film che mette ancora di più
evidenza il contrasto fra realtà e finzione che caratterizza i programmi televisivi moderni. Reality è la fiaba
di un giovane napoletano che, attraverso un crescendo di azioni entra, si potrebbe dire “abusivamente”,
nella casa del Grande fratello, il programma televisivo: quella che nasce come una semplice volontà di un
padre di accontentare il desiderio di una figlia diventa, nel corso del film, prima un sogno e poi
un’ossessione che non gli farà più guardare con lucidità la realtà che lo circonda e che gli farà credere che la
vita reale sia quella di un reality.
La carriera di Garrone si articola anche fra spot pubblicitari e film con cast internazionale come Tale of tales
(Il racconto dei racconti) nel 2015, fino ad arrivare a tempi più recenti che vedono protagonisti dei suoi film
prima la cronaca con Dogman, ispirato al caso di Pietro de Negri, nel 2018 e poi il piccolo bambino di legno
nato dalla penna di Carlo Collodi: Pinocchio - con uno straordinario Gigi Proietti nei panni di Mangiafuoco e un eccentrico Benigni-Geppetto.
a cura di Francesca Ranieri
SACHER
D'ORO
1996
SILHOUETTE
DAVID DI DONATELLO
2002
l'IMBALSAMATORE
MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA